Gestire la diversità culturale nei contesti detentivi attraverso l’attivazione di processi di apprendimento trasformativo

Responsabili
Francesca Torlone, Francesca Bianchi


Contesto

Il pluralismo culturale e religioso impone la costruzione di modelli di convivenza che coniughino le regole dell’accoglienza con le regole dell’appartenenza, favorendo il riconoscimento reciproco nel rispetto della diversità e dei diritti fondamentali nella vita quotidiana. Il tema riguarda anche il mondo penitenziario dato il numero di detenuti stranieri, di diverse nazionalità, presenti nelle carceri italiane (33% sul totale dei detenuti presenti, anno 2019). I detenuti stranieri sono portatori di culture, valori, credenze, pratiche, abitudini non sempre note né riconosciute dal contesto detentivo. Il Diversity Management rappresenta un modello di riferimento che consente di combinare esigenze securitarie con esigenze educative aiutando a sviluppare la capacità di istituti detentivi e di individui di affrontare la diversità. Esso inoltre contribuisce a modificare comportamenti e culture individuali e a far evolvere la cultura di istituzioni ed organizzazioni. Il ruolo delle figure istituzionali vicine ai soggetti in stato di detenzione è di estrema importanza: esse presidiano non solo compiti di vigilanza e mantenimento dell’ordine ma soprattutto funzioni di integrazione, crescita, ambientazione e riconoscimento della persona ristretta. L’istituzione detentiva è chiamata a trasformarsi in un ambiente che favorisca:

  • la comprensione dei problemi che i professionisti incontrano mentre lavorano;
  • la creazione di processi di apprendimento attraverso cui gli individui producono conoscenza e comportamenti che aiutino a migliorare le pratiche lavorative e a trasformare i contesti di lavoro.



Risultati attesi
Costruzione e sviluppo di una comunità di apprendimento tra professionisti italiani e stranieri del sistema penitenziario (Direttori di istituto, Comandanti, Ispettori di polizia, Agenti di polizia penitenziaria, Funzionari della professionalità giuridico-pedagogica) che condivida esperienze, artefatti, criticità e possibili soluzioni in funzione trasformativa

Metodologia
Il percorso formativo ideato è il risultato di un approccio collaborativo che ha consentito a professionisti insider e ricercatori outsider di individuare le criticità e i problemi emergenti in ordine alla convivenza di soggetti provenienti da contesti multietnici all’interno delle istituzioni penitenziarie. I ricercatori, attraverso una conoscenza approfondita del contesto penitenziario, hanno provveduto ad elaborare e condividere una ipotesi di percorso formativo a carattere fortemente esperienziale, partecipativo e situato con i gruppi di insider coinvolti nella fase di indagine su criticità e domanda organizzativa.

Percorso
Ad un incontro iniziale introduttivo ai temi del diversity management, segue un percorso volto alla costruzione di esperienze di scambio e confronto sia tra gli istituti italiani partecipanti sia tra gli istituti italiani partecipanti ed un istituto straniero (visita di benchmarking). Alcune criticità di istituto saranno analizzate al fine di elaborare specifiche azioni di miglioramento da realizzare nei contesti di appartenenza.


Destinatari del percorso formativo
Personale del sistema penitenziario di tre istituti: Perugia, Pisa, Prato. Numero minimo di partecipanti: 12.




Durata
6CFU (48h)

Periodo
Novembre 2019 – Maggio 2020

Certificato finale
Al termine delle attività sarà rilasciato un certificato di partecipazione da parte dell’Università degli Studi di Siena.


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